COSTOLETTA ALLA MILANESE

Preparazione

• Incidete la pelle esterna delle costolette perché non si alzino durante la cottura e appiattitele battendole leggermente con il batticarne.
• Passatele nella farina facendo in modo che questa aderisca uniformemente alle costolette, battendole con le mani per togliere quella in eccesso.
• Con la forchetta sbattete le uova in un piatto fondo, quindi immergetevi ogni fettina una alla volta tenendola per l’osso, in modo che risulti integralmente inumidita nell’uovo e poi impanatele immediatamente passandole nel pane grattugiato grosso che avrete adagiato su un piatto, premendo con il palmo della mano facendo in modo che il pangrattato aderisca interamente su ogni fetta.
• Ponete quindi una padella col burro e fatelo sciogliere a fuoco vivace quindi, appena si sarà fuso, fatevi cuocere le costolette una ad una 8 minuti per lato fino a quando non risulteranno ben dorate, quindi toglietele dalla padella e adagiatele in un piatto da portata ricoperto di carta assorbente, salatele e guarnitele con spicchi di limone.

Curiosità:

Le cotolette possono essere gustate anche fredde.
L’origine della cotoletta alla milanese sembrerebbe molto antica tanto da comparire nella lista delle vivande offerte da un abate ai canonici di S. Ambrogo nel 1134 con il nome di “lompolos cum panito”.
In tempi recenti, nel XIX secolo, la paternità della cotoletta alla milanese è stata al centro di una diatriba tra gli austriaci, che dominavano la Lombardia, e i milanesi. I primi, infatti, sostenevano che la cotoletta derivasse dalla Wiener Schnitzel, mentre i secondi sostenevano l’esatto contrario.
La leggenda racconta che la diatriba si trasformò in una vera disputa patriottica che terminò solo con l’itervento di Radetkzy, federmaresciallo dell’esercito austrico, che in una lettera indirizzata all’aiutante di campo dell’Imperatore Francesco Giuseppe, il Conte di Attems, elogiò la cotoletta alla milanese sostenendo di non averaffermando di non aver mai mangiato una simile pietanza in Austria. Il Conte di Attems, dopo aver letto la missiva avrebbe esclamato: “Ahinoi, può nuocere di più all’impero una cotoletta che le mie prigioni di Silvio Pellico – basta una cotoletta a fortificare l’animo del ribelle lombardo e a disfare la vittoria di Custoza!”